I programmi europei

I programmi comunitari danno attuazione alle politiche dell’Unione Europea in varie tematiche attraverso la cooperazione  tra soggetti appartenenti  a diversi Stati membri, oltre che a Paesi terzi. La loro definizione, di durata settennale, è il risultato del processo legislativo che coinvolge l'insieme delle istituzioni dell'Unione, mentre la classificazione fa riferimento agli obiettivi, ai criteri di ammissibilità, al tipo di interventi e prevede una specifica allocazione di fondi.

I programmi di finanziamento europei richiedono ai potenziali beneficiari uno sforzo in ottica transnazionale: loro caratteristica peculiare è il coinvolgimento di più Paesi, criterio favorevole al conseguimento di risultati in grado di produrre un impatto sull’insieme dell’Unione Europea.

I finanziamenti europei rappresentano una delle direttrici principali, oltre che più note, del processo di integrazione e di sviluppo dell’Unione Europea. Di fatto, gli investimenti contribuiscono all’attuazione di molti obiettivi politici dell’Unione, fornendo i quadri di riferimento e la struttura attraverso cui realizzare le strategie europee. 

La principale distinzione tra i finanziamenti europei è quella tra fondi a gestione diretta e fondi a gestione indiretta. I fondi diretti sono gestiti dalla Commissione europea e dalle sue agenzie, mentre la gestione indiretta è demandata alle autorità di gestione individuate per ciascuna declinazione della politica di coesione dell'Unione.

 

La programmazione 2014-2020

Fondi diretti e indiretti del settennato in chiusura 

Per quanto riguarda la programmazione che ha finanziato la maggioranza dei progetti raccolti nel portale, i principali programmi di finanziamento diretto sono stati:

- Horizon 2020, 80 miliardi di Euro per finanziare la ricerca, l’innovazione e lo sviluppo tecnologico per aziende, Università, centri di ricerca e giovani ricercatori;

- COSME e lo Strumento per le PMI, rispettivamente per la competitività internazionale delle piccole e medie imprese e per finanziare i loro progetti, con poco meno di 4 miliardi di Euro a disposizione per PMI, giovani imprenditori, Enti nazionali, regionali e locali, progetti turistici e itinerari culturali, start-up e consorzi;

- LIFE 2014-2020 per la salvaguardia dell’ambiente e della biodiversità. Ne beneficiano associazioni di protezione dell’ambiente e amministrazioni pubbliche; a disposizione, quasi 4 miliardi di Euro;

- Erasmus+: quasi 15 miliardi di Euro per modernizzare l’istruzione e la formazione, promuovere gli scambi e sostenere il volontariato e lo sport. Fra i programmi più noti, è rivolto a studenti, insegnanti, tirocinanti;

- Europa Creativa, 1,46 miliardi di Euro ad imprese culturali e creative, artisti, operatori e pubbliche amministrazioni locali per il sostegno al settore culturale e alla circolazione di opere e competenze;

- Europa per i cittadini, che promuove la partecipazione civica, l’integrazione attraverso la cittadinanza europea e i gemellaggi;

oltre a EaSI, per l’occupazione e la solidarietà sociale, lo Strumento per la Protezione Civile in risposta alle crisi, gli stanziamenti per i diritti fondamentali, la crescita e la salute, per la promozione dei prodotti agricoli e quelli per la sicurezza interna (ISEEC) e la lotta alla corruzione (Hercules III).

Parte integrante di Horizon 2020 è lo European Institute for Innovation and Technology (EIT). L’istituto supporta lo sviluppo di partnership dinamiche, note come Innovation Communities, tra Università, centri di ricerca e aziende, al fine di creare ambienti in cui incentivare il pensiero creativo e l’innovazione e tradurli in prodotti e servizi, in ottica imprenditoriale e mantenendo la flessibilità necessaria a rispondere alle sfide poste dai temi di Horizon.

Sono attualmente attive 8 Innovation Communities, dotate di notevole autonomia gestionale, di diversi sedi nell’Unione e per loro natura spesso promotrici di azioni  di progettazione europea. Ad oggi, le Communities istituite sono Climate-KIC, per affrontare il cambiamento climatico, Digital, per il comparto ICT, InnoEnergy per la sostenibilità energetica, Healt per vita e vecchiaia attive, Raw Materials sulle materie prime e il riuso, Food per le filiere sostenibili, Urban Mobility sui trasporti green e integrati e Manufacturing  per rafforzare la competitività del settore manifatturiero. 

L’accesso ai fondi diretti passa per la presentazione di progetti alle call – alcune delle quali open, sempre attive – pubblicate sui siti web di riferimento di ciascun programma.

 

La politica di coesione viene realizzata attraverso lo stanziamento di specifici fondi strutturali e di investimento europei in favore della crescita, dell’occupazione e con l’obiettivo di potenziare la cooperazione territoriale europea attraverso progetti partecipati dai diversi Stati membri. Con i finanziamenti indiretti la Commissione, gli Stati membri e le regioni collaborano all’elaborazione di accordi di partenariato e programmi operativi (PO), a valenza specifica a livello nazionale e regionale (rispettivamente, PON e POR). La dicitura indiretti fa riferimento alla responsabilità degli enti territoriali nella gestione dei programmi e nella selezione dei progetti.

Poiché il finanziamento previsto dai fondi strutturali somma il contributo erogato dal bilancio comunitario ad una parte proveniente dal bilancio del Paese membro che ne beneficia, PON e POR coinvolgono pienamente gli attori nazionali e regionali nella gestione e nell’utilizzo delle risorse stanziate e sona sorta di “punto di arrivo” della strategia EUROPA2020

Per  il settennato 2014-2020 alla politica di coesione è stato destinato quasi un terzo del bilancio UE, 351,8 miliardi di euro, articolato in 11 obiettivi tematici, declinati a propria volta per ogni Paese e regione.

1. Rafforzare la ricerca, lo sviluppo tecnologico e l’innovazione

2. Migliorare l’accesso alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT)

3. Migliorare la competitività delle PMI

4. Sostenere la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio

5. Promuovere l’adattamento ai cambiamenti climatici e la prevenzione e la gestione dei rischi

6. Preservare e tutelare l’ambiente e promuovere l’efficienza delle risorse

7. Promuovere il trasporto sostenibile e migliorare le infrastrutture di rete

8. Promuovere l’occupazione sostenibile e di qualità e sostenere la mobilità dei lavoratori

9. Promuovere l’inclusione sociale e lottare contro la povertà e qualsiasi discriminazione

10. Investire in istruzione, formazione e apprendimento permanente

11. Migliorare l’efficienza della Pubblica Amministrazione

 

Come strumento della solidarietà europea, inoltre, la politica di coesione va ad intervenire soprattutto nei Paesi e nelle regioni con un ritardo nello sviluppo, funzionando da stimolo dell’intero panorama economico di quelle aree per innescare circoli virtuosi fondati sulla maggiore fiducia e potere di attrazione per gli investitori esterni.

I principali fondi indiretti sono: 

il Fondo Sociale Europeo (FSE) che investe sulle persone, migliorando le opportunità di formazione e occupazione, aiutando le fasce più deboli e ricucendo le fratture sociali

il Fondo di Coesione, destinato alla crescita verde e allo sviluppo sostenibile, oltre che al miglioramento della connettività degli Stati membri più poveri.

il Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale(FEASR)

il Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca (FEAMP)

il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR), il cui obiettivo è consolidare la coesione economica e sociale regionale facendo crescere la competitività e creando posti di lavoro, anche in una dimensione cooperazione territoriale.

Il FESR si declina sulle specificità territoriali e pone una particolare attenzione alle problematiche proprie delle aree urbane grazie alla previsione di azioni integrate gestite dalle città. Il progetti del Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale vengono definiti e lanciati a livello regionale nell’ambito di uno specifico programma operativo regionale - il POR FESR -  articolato in assi, misure e dettagli che indirizzano e descrivono gli interventi finanziati. Inoltre, il FESR costituisce la fonte di finanziamento di alcuni programmi operativi tematici PON nazionali e finanzia programmi di cooperazione territoriale europea

Fra le strutture più interessanti per della progettazione europea, i programmi di cooperazione sono rivolti alla realizzazione di interventi per affrontare problematiche e questioni comuni a territori di Paesi diversi, prescindendo dai confini politici e riunendo le forze creative, di ricerca e di progettazione in azioni comuni. Si tratta di programmi indiretti, che ne ricalcano la struttura  gestionale con, per ciascuno, un’autorità di gestione definita - generalmente un ente territoriale - incaricata programmare gli interventi, emanare i bandi, informare sui programmi e selezionare e monitorare i progetti. 

 

La cooperazione territoriale europea, nota anche come Interreg, assume tre forme:

                Cooperazione transfrontaliera (Interreg V A) - promuove lo sviluppo regionale integrato tra regioni confinanti di due Stati membri o di uno Stato membro e di un Paese terzo. Fra gli oltre 60 programmi finanziati con più di 6 miliardi e mezzo di Euro, si segnalano Italia-Francia Marittimo, Italia-Francia ALCOTRA, Italia-Svizzera, Italia-Austria, Italia-Slovenia, Italia-Croazia, Grecia-Italia, Italia-Malta, IPA Italia-Albania-Montenegro, ENI Italia-Tunisia, ENI Mediterranean Sea Basin;

                Cooperazione transnazionale (Interreg V B) - orientata ad una migliore cooperazione regionale su territori transnazionali più estesi, al fine di sviluppare approcci integrati e condivisi su problematiche comuni. Ne fanno parte Central Europe (Europa centrale), Med (Mediterraneo), Alpine Space (Spazio Alpino), Adriatic-Ionian (Adriatico-Ionio) per un totale di oltre 2 miliardi di Euro di investimenti comunitari;

                Cooperazione interregionale (Interreg V C) - di taglio tematico, rafforza l’efficacia della politica di coesione promuovendo lo scambio di esperienze e buone pratiche su tutto il territorio europeo con i programmi URBACT III per lo sviluppo urbano, INTERREG EUROPE per lo sviluppo regionale e i temi Europa 2020, ESPON per lo sviluppo e la coesione territoriale e INTERACT, rivolto all’assistenza alle autorità di gestione nella cooperazione territoriale. Le sono destinati 514 milioni di Euro.

All’interno di questo quadro, il Regolamento CE 1303/2012 sottolinea l’opportunità di sviluppare strette sinergie tra i fondi strutturali e i fondi diretti in un’ottica per cui, dagli Stati membri alle regioni a tutte le realtà pubbliche e private del territorio europeo, resti sempre a fuoco l’interesse ad unire le forze, a conoscere le opportunità date dalla partecipazione ai bandi europei e a cooperare alla realizzazione di un’Unione più coesa, più forte e più efficace in ogni sua articolazione. 

La programmazione 2021-2027

Il nuovo framework 

 

Cinque obiettivi guideranno gli investimenti dell'UE nel periodo 2021-2027. Gli investimenti nello sviluppo regionale si concentreranno fortemente sugli obiettivi 1 e 2: il 65-85% dei delle risorse del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale e del Fondo di Coesione saranno assegnate a queste priorità, a seconda della ricchezza relativa degli Stati membri.

                 1. un'Europa più intelligente, attraverso l'innovazione, la digitalizzazione, la trasformazione economica e il sostegno alle piccole e medie imprese

                 2. un'Europa più verde e senza emissioni di carbonio, che attua l'accordo di Parigi e investe nella transizione energetica, nelle energie rinnovabili e nella lotta ai cambiamenti climatici

                 3. un'Europa più connessa, con reti strategiche di trasporto e digitali

                 4. un'Europa più sociale, che realizza il pilastro europeo dei diritti sociali e sostiene l'occupazione, l'istruzione, le competenze, l'inclusione sociale e la parità di accesso all'assistenza sanitaria di qualità

                 5. un'Europa più vicina ai cittadini per sostenere strategie di sviluppo sostenibile e modellate sulle realtà dei suoi abitanti.

 La politica di coesione continua a investire in tutte le regioni, sempre sulla base di 3 categorie di regioni: meno sviluppata; in transizione; più sviluppata. Al metodo di allocazione per i fondi basato sul PIL pro capite vengono aggiunti nuovi criteri quali disoccupazione giovanile, basso livello di istruzione, cambiamenti climatici e accoglienza e integrazione dei migranti per riflettere meglio la realtà sul campo.

La dimensione urbana della politica di coesione è rafforzata, con il 6% del FESR dedicato allo sviluppo urbano sostenibile e un nuovo programma di creazione di reti e rafforzamento della capacità di policy per le autorità urbane, l’Iniziativa Urbana Europea.

Per le imprese e gli imprenditori, il nuovo quadro offre meno burocrazia, con modalità più semplici per richiedere i pagamenti utilizzando opzioni di costo semplificate. Per facilitare le sinergie, un unico regolamento coprirà i 7 fondi dell'UE attuati in collaborazione con gli Stati membri. La Commissione propone inoltre controlli più leggeri per i programmi con buoni risultati, con una maggiore dipendenza dai sistemi nazionali e l'estensione del principio del "controllo unico" al fine di evitare la duplicazione dei controlli.

Una revisione intermedia determinerà se sono necessari cambiamenti nei programmi sulla base delle priorità emergenti, della performance e delle più recenti raccomandazioni. In caso di catastrofe naturale, una disposizione specifica semplifica la mobilitazione dei finanziamenti da parte dell’Unione, sin dal primo giorno.


La nuova generazione di programmi di cooperazione interregionale e transfrontaliera Interreg aiuterà gli Stati membri a superare gli ostacoli transfrontalieri e sviluppare servizi comuni.

Basandosi su un'azione pilota di successo nel periodo 2014-2020, alle regioni con risorse di "specializzazione intelligente" corrispondenti verrà dato un maggiore sostegno per creare cluster paneuropei in settori prioritari come i big data, l'economia circolare, la produzione avanzata o la sicurezza informatica.

Tutti i programmi disporranno di un quadro prestazionale con obiettivi quantificabili (numero di posti di lavoro creati o accesso aggiuntivo alla banda larga), mentre gli Stati membri dovranno riferire tutti i dati di attuazione ogni due mesi aggiornando la piattaforma di dati aperti sulla coesione.


Accanto alle sovvenzioni, la nuova programmazione prevede una maggiore integrazione degli strumenti finanziari. Su base volontaria, gli Stati membri potranno trasferire una parte delle loro risorse della politica di coesione al nuovo fondo centrale InvestEU per accedere alla garanzia fornita dal bilancio dell'Unione.

La combinazione di sovvenzioni e strumenti finanziari è semplificata e il nuovo quadro comprende anche disposizioni speciali per attrarre più capitale privato.

Per un'Europa sempre più vicina ai cittadini, viene data maggiore enfasi alla necessità di comunicare meglio i risultati positivi della politica di coesione. Gli Stati membri e le regioni hanno rafforzato i requisiti in termini di comunicazione, come l'organizzazione di eventi per l'apertura di grandi progetti finanziati dall'Unione e lo sviluppo di piani di sensibilizzazione sui social media. Allo stesso tempo, la comunicazione sui progetti finanziati sarà semplificata, con un marchio unico che copre tutti i diversi fondi, un portale unico che mostra tutti i finanziamenti disponibili per le imprese e una banca dati gestita dalla Commissione.